La Psicoterapia rappresenta una modalità di intervento psicologico finalizzata ad aiutare le persone nella soluzione dei propri problemi affettivi, emotivi, comportamentali, interpersonali di vario genere e a incrementare la qualità della loro vita.
L’intervento psicoterapico integra riferimenti teorico-clinici sistemico-relazionali, psicodinamici e umanistico-esistenziali. In particolare l’impostazione sistemico-relazionale pone particolare attenzione, nelle premesse teoriche e nella pratica clinica, agli aspetti relazionali che connettono la salute fisica e mentale, all’interdipendenza tra organizzazione psicologica individuale e familiare; lo stesso modello offre inoltre gli strumenti per ricostruire il significato relazionale che spesso la malattia assume nell’esperienza di una famiglia, come espressione di alcune dinamiche disfunzionali al suo interno. Spesso il lavoro con le persone consiste nel raccontare la propria storia cercando altre prospettive che consentano l’emergere di nuove connessioni e attribuzioni di significato agli eventi e alle situazioni, la ristrutturazione delle trame di rapporti e il recupero di risorse che consentano alla persona e/o alla coppia di riprendere il proprio percorso evolutivo. Il modello sistemico- relazionale trova particolare applicazione alle problematiche legate agli eventi nodali che costituiscono il ciclo vitale di una famiglia: crisi di coppia, problematiche legate all’esperienza della genitorialità, manifestazioni cliniche soprattutto dell’infanzia e dell’adolescenza.
il modello sistemico non si basa solo sulla terapia della famiglia, anche l’individuo è considerato un’unità bio-psico-socioale coi suoi sovrasistemi (famiglia, gruppi) e sottosistemi (mente/corpo); questo intervento mira a comprendere il senso della malattia nel corpo e nel contesto di vita dell’individuo. Lo stimolo offerto è quello di uscire da una visione lineare semplicistica della realtà in cui esistono i buoni ed i cattivi, i sani ed i malati. Ognuno può cambiare il proprio modo di vedere la realtà e così facendo curare se stesso con l’aiuto ad “apprendere ad apprendere”.
L’intervento psicoterapico integra riferimenti teorico-clinici sistemico-relazionali, psicodinamici e umanistico-esistenziali. In particolare l’impostazione sistemico-relazionale pone particolare attenzione, nelle premesse teoriche e nella pratica clinica, agli aspetti relazionali che connettono la salute fisica e mentale, all’interdipendenza tra organizzazione psicologica individuale e familiare; lo stesso modello offre inoltre gli strumenti per ricostruire il significato relazionale che spesso la malattia assume nell’esperienza di una famiglia, come espressione di alcune dinamiche disfunzionali al suo interno. Spesso il lavoro con le persone consiste nel raccontare la propria storia cercando altre prospettive che consentano l’emergere di nuove connessioni e attribuzioni di significato agli eventi e alle situazioni, la ristrutturazione delle trame di rapporti e il recupero di risorse che consentano alla persona e/o alla coppia di riprendere il proprio percorso evolutivo. Il modello sistemico- relazionale trova particolare applicazione alle problematiche legate agli eventi nodali che costituiscono il ciclo vitale di una famiglia: crisi di coppia, problematiche legate all’esperienza della genitorialità, manifestazioni cliniche.
il modello sistemico non si applica solo nella terapia con la famiglia, anche l’individuo è considerato un’unità bio-psico-sociale coi suoi sovrasistemi (famiglia, gruppi) e sottosistemi (mente/corpo); questo intervento mira a comprendere il senso della malattia nel corpo e nel contesto di vita dell’individuo.
La persona che chiede una psicoterapia è consapevole di un malessere fisico- esistenziale – relazionale e motivato a stare “meglio”. La motivazione di partenza può essere pensata come la ricerca della risposta alla domanda “che cosa c’è, nel modo in cui il paziente costruisce la propria esperienza, che gli provoca sofferenza?”. Si tratta di di individuare e mettere in discussione alcuni “assunti” della propria vita per trovare le modalità di funzionamento che sostituiscano quelle disfunzionali.
La psicoterapia è basata sul rapporto emotivo e di fiducia tra cliente e psicoterapeuta. Si svolge attraverso la parola, il colloquio, la riflessione
La relazione tra terapeuta e paziente diventa essa stessa un’importante relazione interpersonale, una relazione che può diventare profondamente significativa ed emotivamente trasformativa.
Costante è l’attività di “rèverie di base”, che è il modo in cui la mente del terapeuta “continuamente accoglie, metabolizza e trasforma quanto le arriva del paziente come stimolazione verbale” e non. Questa attività trasformativa è “il fulcro della nostra vita mentale e dal suo funzionamento/disfunzionamento dipende la sanità, la malattia o la sofferenza psichica.” (“Evitare le emozioni, vivere le emozioni” A. Ferro, pag. 159) I concetti di Bion di contenimento e rèverie materna hanno sottolineato l’importanza del ruolo della madre nel pensare, contenere e modulare l’esperienza emotiva del bambino; allo stesso modo il terapeuta dovrà cercare di sviluppare la capacità di risonanza con il paziente, fare posto al dolore mentale del paziente e restituirlo in una forma molto più digeribile; e’ considerata da Bion una capacità essenziale del terapeuta anche la capacità di stare nell’incertezza, nel dubbio, di capire dove si trova il paziente e di entrare in contatto con le sue emozioni.
“Lo scopo delle analisi è quello di accrescere progressivamente gli strumenti del paziente nel riconoscere, nominare, gestire, metabolizzare emozioni…Gli strumenti per pensare e per sentire”(ibidem, pag 101)